Carne di porco, ovvero incontro con RaiNet

Ieri ho partecipato a un incontro dal titolo Convergiamo organizzato da RaiNet. Sorvolo sugli inutili dibattiti sulla crossmedialità e altre snobistiche fantasticherie.

Il responsabile tecnico RaiNet ha introdotto di sua iniziativa il problema Silverlight e “hacker”. Vi posso assicurare dal tono e dalle espressioni usate che è un tema “caldo”. Il reponsabile tecnico ha ammesso che le misure di protezione sono continuamente “bucate” da un gruppo di “hacker che fanno carne di porco dei contenuti RAI”. Proprio così. A quel punto ho alzato la mano e ho detto: “Buonasera, sono uno di quelli che fanno carne di porco…” e la sala si è fatta una bella risata! C’è anche una testimonianza con qualche commento. Mi sono brevemente opposto alla connotazione negativa che sembrava insinuare chissà quali loschi fini dicendo che noi “craccatori” siamo solo utenti normali e quelli che vogliono vedere le dirette sul VLC sono una fetta di comunissimi utenti. Ho riassunto rapidissimamente le ragioni per cui c’è un interesse diffuso a vedere le dirette fuori da rai.tv:

  • Silverlight non si può installare su computer un po’ vecchi. Ad es. AMD Athlon
  • Consuma più CPU, quindi scarica molto più in fretta la batteria di un portatile
  • La qualità video è inferiore
  • Le dirette non sono fruibili su device come smartphone e mediacenter.
  • Problemi diffusi di installazione e funzionamento si Silverlight
  • Non ho fatto in tempo a dire: Moonlight funziona solo su Firefox e non su altri browser, ma non so quanto sarebbe stato capito: per i mediaroli presenti in sala usare il Mac è ancora di moda.

RaiNet giustifica i continui tentativi di rendere inaccessibili le dirette al di fuori di rai.tv sostenendo che “non hanno i diritti”. Cioè che i diritti che acquisiscono per alcuni dei contenuti trasmessi sono limitati al sito rai.tv. Un esempio sono state le ultime Olimpiadi invernali per le quali hanno corso, a quanto hanno detto, il rischio di dover sospendere gli stream. Inoltre sostengono di non essere nella posizione di ottenere questo diritto.

Avrei voluto proporre una nuova strategia oltre alle critiche, ma questa notizia sui problemi di diritti e la tendenza a non farmi più intervenire mi ha bloccato. La strategia è semplice.

  • Rinunciare a pubblicità aggiuntiva rispetto a quella già presente in tv.
  • Aprire l’accesso alle dirette e ai contenuti on-demand creando un API documentata e pubblica in modo da rendere possibile a terze parti sviluppare software integrando i contenuti RAI su qualunque sistema operativo e device.
  • Fare reportistica non in base alle pageview e accessi unici del sito. Ma in base agli accessi agli stream.
  • In questo modo possono aggiungere valore alla pubblicità che già raccolgono e migrare veramente la RAI su internet perché l’epoca della TV sta finendo.

Ma insomma, questo presuppone che abbiano i diritti per farlo.

In chiusura ho potuto parlare a tu per tu con il responsabile tecnico. Mi ha anticipato che in vista delle prossime Paralimpiadi, per evitare rischi, useranno il DRM di Windows Media. Questo significa che Linux (e tutto ciò che non è Windows e Mac) sarà escluso dalle dirette. Gli ho anticipato che questo cambiamento non sarà accolto benissimo…

Ho fatto in tempo anche a raccontargli la storia di Matthew che mi ha colpito e spero abbia colpito anche lui. Alla fine, leggermente disgustato da alcuni sproloqui di mediaroli di mezz’età, ho preso il vespone e sono tornato a casa.

  1. montoya says:

    Peso!

  2. Grazie della relazione!

    L’unica cosa che mi sfugge è se c’era qualcuno che era lì come “Gaia” oppure erano tutti “Rainet”, o se sono la stessa cosa.

    Lo chiedo perché quella dei diritti solo sul portale mi sembra davvero poco credibile. Più che altro mi sembrerebbe una coincidenza fortuita che per _tutto_ ciò che la RAI passa abbia i diritti per
    – TV
    – portale rai.tv
    ma non
    – utenza web che sarebbe, in linea di principio, esattamente la stessa in grado di accedere al portale rai.tv.

  3. Flavio says:

    @Pietro, no non si è fatto il nome di Gaia Srl e anzi il responsabile con cui ho parlato mi è sembra to addentro al discorso offuscatori e mi ha anche detto che ha “fatto serata”, nel senso che lo abbiamo tenuto a lavorare. Quindi non so dirti che ruolo ha avuto questa Gaia Srl.

    Sui diritti non so che dirti, ma tendo a credergli. Non pensare a Rainet, ma ai produttori di contenuti. Quelli sì che sono i veri dinosauri. Se uno di quelli vede ad es. il suo telefilm in una diretta da un mediacenter, poniamo XBMC, lui pensa che qualcuno gli ha “rubato” il contenuto che lui aveva venduto a RAI e che ora tutti lo usano e nessun altro network glielo comprerà. Lo so, per noi è follia, ma questa gente esiste.

  4. gionnico says:

    Beh non potevi certo aspettarti di cambiare il mondo!

    Ci confermi che stiamo andando sempre peggio (DRM).

    Ci stà di ricordare il sito http://www.no1894.org

  5. @Flavio: la RAI ha dimostrato di sapere trattare in modo diverso contenuti diversi, quindi se fosse davvero come dici tu mi aspetterei di potere vedere _almeno_ Report e tutto ciò che è prodotto _dalla RAI_ (varie fiction, TG, forse anche qualche varietà…), e presumibilmente anche tutti i film prodotti (e venduti) prima che si sapesse anche solo lontanamente che cosa potesse essere Internet.

    Per giunta, quei “dinosauri” non trattano solo con la RAI, ma anche con compagnie come la BBC che aveva rilasciato (OK, sta facendo voltafaccia, ma per mesi l’ha fatto alla luce del sole) un player free, quindi penso che certe fobie abbiano imparato a farsele passare.

    Ignoro se in Rainet siano ipocriti o incompetenti, ma se vale (come penso) la prima, hanno da qualche parte qualche bel contratto che dice esattamente quel che possono e non possono fare e di cui non costava loro niente chiarirti qualche dettaglio.

  6. Ernesto says:

    Francamente non capisco cosa c’entrino i contenuti con l’obbligo di fruirli da portale e con Silverlight.
    La limitazione geografica possono ottenerla – entro certi limiti – anche senza questi orpelli; ed i proxy credo funzionino anche con Silverlight.

    Mi sembra piuttosto il tentativo di ottenere il massimo tornaconto economico e personale: pubblicità aggiuntiva, statistiche e numeri da presentare alle agenzie pubblicitarie, terrore di semplificare le cose e renderle open e di diminuire il numero di intermediari che ci mangiano su e di posti di lavoro per persone che hanno una particolare certificazione di una particolare ditta.

    In ogni caso io personalmente mi accontenterei che non trasmettessero in streaming i contenuti per i quali non possiedono diritti sufficienti.

  7. linuser says:

    @Flavio

    >Alla fine, leggermente disgustato da alcuni sproloqui di mediaroli di mezz’età, ho preso il vespone e sono tornato a casa.

    Il guaio sono i mediaroli , di qualunque età siano… una sera sono rimasto basito nel sentire le parole del ministro delle TLC.

    Era ospite da Marzullo non a SottoVoce ma nell’altra trasmissione ( Applausi ? ) . Si vantava di essere intervenuto in un corso di formazione per autori spiegando il vantaggio del digitale terrestre con la possibilità che con molti nuovi canali , gli autori possono guardare ai formats delle TV di mezzo mondo , copiarli e sperimentarli sui canali in più del DTT ed eventualmente trasferirli sui canali principali qualora avessero successo :S

    Non credo si sia veramente reso conto dell’enorme baggianata che ha spacciato come “un buon consiglio” per i nuovi autori :S

  8. momo says:

    Mettano pure i DRM.

    Tanto non hanno capito nulla e non capiranno mai nulla.

    I principi non fanno parte del patrimonio culturale delle italiche genti. Dovrebbe essere un DIRITTO la possibilità di fruire dei programmi RAI, sia per la natura dell’azienda che del servizio offerto. Ma questi signori sono convinti che gli si sta chiedendo un favore.

  9. ghizzu says:

    La strategia che avevi intenzione di proporre mi sembra ragionevole e condivisibile, venendo incontro sia alle necessità dell’utenza che a quelle, comprensibili, di protezione dei diritti.
    Ma ormai mi si sta ingigantendo il sospetto che la questione dei diritti sia solo un pretesto e che in realtà ci debba essere sotto una qualche forma di contratto con la Microsoft che a questo punto la RAI è costretta a rispettare.

  10. mm-barabba says:

    grazie per il report

    come pensavo , non c’era da aspettarsi di più :-(

  11. Andrea says:

    Personalmente sono in buona fede perché per questioni di lavoro so quanto siano delicante le licenze nei software e immagino che lo sia ancora di più per diritti televisivi. Se sono disposti a rinunciare totalmente all’utenza Linux vuol dire che il problema è effettivamente sentito.

    Detto questo, continuo a non capire quale licenza violo se accendo al portale rai.tv da firefox o da un player. Al contrario l’utilizzo dei DRM potrebbe essere una violazione del “Contratto di Servizio” che impone la totale fruibilità dei contentui del servizio pubblico.

    Il vero problema è che noi dal punto di vista legale non continuano nulla, nonostante siamo noi a dare i soldi a loro. I classici paradossi del sistema.

    Mi sembra che si sia giunti a un binario morto. A questo punto posso solo egoisticamente sperare che utilizzino i DRM per i contenuti sportivi, di cui mi interessa ben poco, e mi lasciano liberi – quando torneranno… – i vari AnnoZero, Ballarò ecc ecc…

  12. Comix says:

    Grandissimo! L’avessi saputo sarei venuto anch’io a darti manforte ;)

  13. linuser says:

    Che Microsoft sia un partner privilegiato di RAI , eufemismo caro al management di varie società per definire la posizione monopolista di un proprio fornitore , è un dato di fatto : se guardi Linea Notte del TG3 non potrai non esserti accorto della rassegna stampa via Microsoft Surface.

  14. Johnny says:

    Scusate l’ignoranza ma con i DRM l’accesso agli stream è negato anche all’accoppiata moonlight-firefox?

  15. linuser says:

    @Johnny

    http://www.mono-project.com/Moonlight/SecurityStatus

    Digital Rights Management
    Status : unsupported

  16. mario56 says:

    Vi ho detto 1000 volte che il problema è collegato ai diritti, continuando così saranno obbligati a mettere il DRM e ci rimetteremo tutti. Come fate a non capire che siete in torto ? I contenuti non sono di tutti ma di chi li produce a la maggior parte delle cose che trasmette la RAI NON SONO DI PROPRIETA’ DELLA RAI lo volete capire ?

  17. Flavio says:

    Per carità non date da mangiare al trollone :D

  18. Antani says:

    Mi sembra che l’utilizzo del DRM sia in contrasto con la missione di Rainet ( http://www.rai.it/articolo/0,,31261,00.html )

    La missione affidata a Rainet all’atto della sua costituzione, il 23 giugno 1999, è quella di rendere accessibili a tutti gli italiani le nuove tecnologie internet moltiplicando le occasioni di consumo dei contenuti Rai.

    … Attraverso la digital extension dei programmi radiotelevisivi curandone la visibilità, la riaggregazione, la diffusione attraverso le più diverse piattaforme, Rainet moltiplica le modalità di offerta dei contenuti Rai…

    Di certo l’utilizzo del DRM limita e non di certo favorisce gli obiettivi della loro mission.

  19. Flavio says:

    Nel frattempo in Inghilterra succedono più o meno le stesse cose…
    http://www.theregister.co.uk/2010/02/24/iplayer_xbmc_adobe_swf_verification/

  20. LowRam says:

    Con sorpresa ed ammirazione, per la presenza fisica di Flavio alla manifestazione, un grazie e lodi lodi lodi a tutti per il lavoro svolto per noi che utilizziamo linux su hardware obsoleto ma che ci regala piccole soddisfazioni.

  21. Luca says:

    Ciao,

    Hai dimenticato di dire 2 cose, però: la prima è che ci hanno comunicato chiaramente quanto guadagnano dal canone rispetto a quanto spendono, ovvero gli arrivano 3 milioni di euro a fronte di circa 15 milioni di uscite. Da qualche parte Rai Net i soldi li deve pigliare, e li pigliano dalla pubblicità sul portale. I soldi della pubblicità in TV se li pappa la TV, ergo non bastano.

    La seconda cosa, è che hanno chiarito che nei loro contratti c’è scritto nero su bianco che sono autorizzati a mandare in streaming SOLO all’interno del loro sito, ovvero solo su rai.tv: se non ottemperano, ovvero permettono a chiunque di fare quello che gli pare, gli chiudono i rubinetti – come accaduto durante le Olimpiadi di Pechino.

    La terza cosa (oddio, non erano due??), è che ci hanno spiegato perché si usa Silverlight: ovvero perché nel 1999, quando non esistevano h264 e flash, hanno iniziato a usare Windows Media (che all’epoca se la batteva con Real), e nel 2008 quindi quasi 10 anni dopo pareva brutto buttare in mare tutto quello che era stato digitalizzato fino ad allora. E che hanno aggiunto che si augurano, se e quando l’html5 sarà ufficializzato, che le cose possano migliorare.

    Detto ciò, e ricordando il principio dell’universalità del servizio, è indubbio che Moonlight è limitato: ecchepperò, direi che se su PI gli utenti Linux sono quasi l’8 per cento, nel mondo “reale” sono molti meno (net application dice meno dell’1 per cento). Volendo essere ottimisti, diciamo il 5 del totale (più probabile che sia Apple a detenere ‘sta quota): significa che su 30 milioni di navigatori ipotetici italiani (la metà della popolazione), ne servi 28,5 milioni e ne lasci fuori la porta 1,5. Se fosse confermato l’1 per cento, ne lasceresti fuori 300mila. Ora, tu davvero pretendi che oggi, con 7 milioni di unici su rai.tv, per 70mila navigatori che usano Linux (non ci credo che ce ne siano tanti) loro debbano imbarcarsi in una spesa di riconversione di tecnologia per passare a qualcos’altro (cosa? flash?), che magari tra 12 mesi o meno con l’uscita di html5 sarà obsoleto?

    Giova ricordare infine che Rai è un intermediaro, non il detentore dei diritti. ;)

    Salut!

    L

  22. Gianluca Stazio e Andrea Portante says:

    @Flavio: Rai Net ha deciso di invitare i blogger proprio per intavolare una conversazione con loro, ascoltando, innanzitutto, e spiegando quali sono i motivi di alcune scelte. Nessuno dei rappresentanti dell’azienda avrebbe quindi avuto alcun interesse a limitare i tuoi interventi; semplicemente, avevamo un paio di ore di tempo, e a prendere la parola sono stati in molti. Da parte nostra ci auguriamo davvero che ci siano altre occasioni per incontrarci – questo era solo un primo passo.

    Per quanto riguarda i diritti, non si tratta di fantasticherie o giustificazioni, ma della realtà quotidiana di qualunque piattaforma editoriale. Per quanto intenso sia lo sforzo di apertura (e potete crederci o meno, ma lo è), si tratta di rispettare impegni assunti nei confronti di chi ha la titolarità dei contenuti.

    L’esempio delle Olimpiadi è lampante: il Comitato Olimpico detta le condizioni per lo streaming dei contenuti e ha il diritto di approvare o bocciare le piattaforme che lo distribuiscono. L’alternativa, per noi, è fra il rispetto delle condizioni o la rinuncia integrale ai contenuti. Per dirla ancor più chiaramente: quando qualcuno “buca il flusso”, facendo dello streaming la carne di porco che ci ha fatto ridere l’altra sera e che hai messo nel titolo, a noi tagliano i contenuti perché non abbiamo rispettato i patti. Buio per tutti.

    Quindi: ci piace l’idea di usare il DRM? Not necessarily. Ma a volte saremo costretti a usarlo lo stesso. Finché non cambia un po’ il mondo, almeno :)

    C’è il caso, poi, in cui i diritti fanno capo a Rai. Questi contenuti, in linea di principio, li trovate sul portale, ma ci sono delle eccezioni. Facciamo dei casi concreti: a volte sono per esempio gli ospiti dei programmi a chiedere che vengano tolti. Mettiamo che qualcuno venga invitato a un programma Rai. Firma una liberatoria. Poi però si rivede anche su Internet: se decide di che la cosa non gli garba, noi dobbiamo eliminare il contenuto. Flavio, l’altra sera dopo l’incontro ti abbiamo fatto un’intervista. Se non ci avessi autorizzato espressamente e fossi contrario alla sua diffusione, sono sicuro che non ti piacerebbe che qualcuno ti dicesse che non si può eliminare. Non sarebbe giusto, no?

    A volte poi i diritti ci spettano solo per dei brevi periodi: basta pensare a casi come Sanremo, i cui contenuti possiamo tenere online solo per una settimana, perché successivamente i diritti spettano alle case discografiche. E infine c’è l’immenso patrimonio di materiali realizzati quando Internet non esisteva, e nei cui contratti d’uso ovviamente la distribuzione in rete non può essere prevista. Un territorio su cui stiamo cercando di sperimentare, a volte con successo, altre con difficoltà legali insormontabili. Ma continuiamo.

    Insomma: è un percorso lungo e complesso, che abbiamo appena iniziato. Si può migliorare, è chiaro, e incontrare i blogger per noi è un passo fatto in questo senso: la volontà da parte nostra c’è.
    Grazie!

    Gianluca Stazio e Andrea Portante, Marketing Rai Net

  23. Rkb says:

    @Luca Annunziata

    Dimentichi però la quarta cosa:

    che anche quel milione e mezzo lasciato fuori dalla porta è obbligato a pagare un canone. La RAI non è Google, è un’azienda che eroga un pubblico servizio finanziato anche attraverso le entrate fiscali. Già, il canone, come diceva qualcuno anche da queste parti, è un’imposta che è obbligato a pagare chiunque acquisti un televisore, anche se guadagna meno di 800 € al mese, e anche se non ha l’antenna o il decoder digitale.

    E a uno che guadagna 800 € al mese gli vuoi dire di spenderne 400 per acquistare una licenza di Microsoft Windows per vedere on line i programmi rai?

    O è la RAI che deve permettere la fruizione dei contenuti a tutti? Altrimenti perché prende i soldi da noialtri? Fosse un’azienda privata non avrebbe obblighi, potrebbe fare quello che gli pare.

    Poi perché flash? C’è theora/vorbis, è lì, funziona, niente diritti da pagare per il “contenente” ma si paga – eventualmente – solo il contenuto.

  24. jack says:

    Io non credo che coprire l’utenza Linux
    costerebbe molto alla Rai.

    Uno script di Greasemonkey fino a qualche giorno fa
    permetteva di vedere i contenuti senza Silverlight,
    direttamente sul portale Rai.

    Al posto di Silverlight si avviava il player predefinito
    di Firefox (Totem, vlc, mplayer o altro).

  25. Luca says:

    ciao Rkb ;)

    ripeto, la conversione al nuovo formato la paghi tu? :)

    quanto al canone, tralasciando la questione dell’obbligatorietà, se volete discutiamo della sua estensione ai PC (e dell’illogicità di tale norma, equiparabile all’equo compenso: prevenzione di utilizzo, come se tutti guardassero la tv sul pc o piratassero film sui dvd vergini)
    ma è cambiando quella norma che si cambia il quadro, non sputtanando il lavoro di chi sta dentro rai net: dentro l’azienda rai net ci sono hacker, coder, persone come noi, che hanno diritto a campare e che operano nei limiti delle licenze che gli hanno fornito (manco loro le contrattano!)

    cominciamo a ragionare in termini di legalità, ovvero di rispetto delle regole comuni – che è principio fondante di democrazia
    poi partiamo con la discussione sul cambio di modelli di business, di leggi sul diritto d’autore, del copyright, dell’enforcement e della distribuzione
    è vero che come diceva Salvatore Allende che “chi dice di combattere il sistema dall’interno è già complice”, ma è altrettanto vero che alla fine della festa i contenuti ce l’hanno in mano i detentori dei diritti, e a meno di non voler portare avanti una battaglia integralista (con scarse probabilità di successo e alte possibilità di portare tutto allo stallo) con loro bisognerà sempre trattare
    si tratta di fare tante chiacchiere, tanti “sproloqui di mediaroli di mezz’età”, per arrivarci: il punto è, abbiamo voglia di mostrare il nostro sentiero illuminato a questi stolti figuri che affollano le stanze del potere? ;P

    ah, tieni conto di una cosa: parli con uno che distribuisce il suo lavoro sotto licenza CC, e che ogni giorno lo vede equiparato alla ormai famosa “carne di porco” di cui parliamo anche in questo caso ;) :D

    es: http://recensioni.ebay.it/iPad-rivoluzione-a-meta_W0QQugidZ10000000015796211

    Io campo della raccolta pubblicitaria, ma quel contenuto come faccio a monetizzarlo? non è stata manca rispettata la licenza CC… ;)

  26. linuser says:

    @Luca

    A me risulta che nel 1996-97 abbiano adottato il sistema Betacam SX ( http://it.wikipedia.org/wiki/Betacam#Betacam_SX ) e che la Sony abbia fornito loro anche un sistema completamente automatizzato per convertire in Betacam SX ( i kilometri e le tonnellate d)i vecchi nastri analogici in formato 8mm b/n e a colori.

    Non è parso brutto ri-ri-convertire il tutto in formato Windows Media ?

  27. Luca says:

    @linuser: guarda qua

    http://www.rainews24.it/it/canale-tv.php?id=18539

    questi sono la stessa azienda, eppure usano flash
    capisci che non c’è coerenza? che lavorano per compartimenti stagni?

    c’è un problema di conversione legata ai tempi e alle risorse, come fanno a convertire in corsa i contenuti e rimetterli contemporaneamente sul sito? che fanno, fermano il sito? oppure lo fanno in parallelo? magari non hanno il personale o le risorse per farlo, qua parliamo di milioni di euro necessari – mentre già si devono pagare i conti di Akamai, Telecom e chissà quali altri fornitori

    due o tre post più su ci sono due pezzi grossi di rai net che ti dicono, come hanno detto a tutte le persone in quella stanza mercoledì, che loro si rendono conto che ci siano dei limiti, ma che stanno provando a fare del loro meglio per scavalcarli quando possibile e per progettare un futuro con meno steccati
    la “rivoluzione” a mio parere si fa un passo per volta, non dalla sera alla mattina (datemi del riformista, ma la penso così ;)

  28. Luca says:

    PS: i filmati online ci devono andare compressi, non possono certo usare un formato come quello del betacam
    che non sono manco sicuro ce l’abbiano più, mi pare di aver visto roba diversa quando sono stato a Saxa Rubra

  29. petrux says:

    Devo ancora finire di leggere il pezzo ma la frase “per i mediaroli presenti in sala usare il Mac è ancora di moda” la quoto subito e la metto come status update su facebook, twitter, friend feed, GTalk/Jabber e quanto altro… :-D

  30. Luca says:

    che poi, i mac (disclaimer: ne possiedo un paio) sono sistemi *nix che funzionano :D
    e lo dice uno che dal 97 al 2004 ha usato quasi esclusivamente slackware :P

  31. Rkb says:

    @ Luca

    Scusa non ho capito: ma se fanno streaming in Theora/vorbis almeno per i contenuti RAI – non parlo delle olimpiadi o di altri eventi per i quali non hanno i diritti – quale sarebbe il costo?

    Riesco a farlo io su un Athlon/Thunderbird – al netto della bolletta ENEL- pur non essendo un informatico e non ci riesce gente pagata per fare quel lavoro?

    A parte che sì, se ci sono dei costi di conversione, la risposta alla tua domanda è affermativa: li paghiamo noi; come paghiamo noi i costi della piattaforma silverlight.

    Questa è la realtà dei fatti: se la RAI la vendono domani mattina e diventa privata, allora è come dici tu.

    Ma finché tu sei obbligato per legge a pagare un canone a un’azienda per il solo fatto di aver acquistato un apparecchio atto a ricevere i programmi televisivi (e mettici la mano sul fuoco che in una definizione così generica ci rientrano pure i pc) sul presupposto assodato che essa eroghi un pubblico servizio, ci sentiamo in diritto di pretendere che questi signori pagati coi nostri soldi offrano tale servizio attraverso l’impiego di una tecnologia non discriminatoria. E mica per sport: ma perché tutti possano accedervi senza distinzione di sesso, razza, religione… e sistema operativo.

  32. linuser says:

    @Luca

    > PS: i filmati online ci devono andare compressi, non possono certo usare un formato come quello del betacam

    ah ma questo lo sanno ( o lo dovrebbero sapere ) anche i sassi oggigiorno …

    forse ti è sfuggito il senso del mio intervento perchè quelle forniture di tecnologia e materiale ( compreso il mostro meccanizzato che andava a prendere i vecchi nastri uno per uno , li distendeva , li riproduceva per essere riconvertiti in BetaCam SX e poi archiviava le nuove cassette ) la Sony non le ha concesse gratis e che anche la ri-ri-conversione in formato Windows Media non sia stata effettuata gratis …

    Se usano Windows Media e non convertono in altro formato più accessibile , non è solo una questione di risparmio , ma una “convenienza economica”

  33. Flavio says:

    Ciao Luca, grazie dell’intervento. Ti rispondo per punti.

    La “prima cosa”, cioè il rapporto rainet/rai è una questione organizzativa interna della rai. Qui non ci interessano i rapporti tra le varie parti del servizio pubblico. Né sinceramente il suo bilancio in assoluto.

    La “seconda cosa”, cioè il fatto che non hanno acquisito diritti al di fuori del loro sito, mi sembra di averla scritta chiaramente nel post. Fra l’altro, tecnicamente parlando, quando uno guarda un loro stream con il VLC *è* sul loro sito, nel senso che si collega al loro server.

    La “terza cosa”, cioè l’uso di Silverlight non è molto rilevante, se usassero Flash sarebbe la stessa identica cosa. Come puoi vedere in questo articolo la BBC usa Flash ma le problematiche sono le stesse. http://www.theregister.co.uk/2010/02/24/iplayer_xbmc_adobe_swf_verification/
    Il problema sono gli sforzi di “offuscamento” che rendono inaccessibili i contenuti su altre piattaforme. Per noi sul sito rai.tv ci possono mettere anche i criceti, basta che non facciano i salti mortali per bloccare l’accesso con altre tecnologie.

    Qui non si tratta affatto di Linux. Si tratta di accedere ai contenuti. Ad esempio da un mediacenter che gira sotto Windows, come ad es. XBMC.

  34. luca says:

    @luca annunziata
    prima di tutto ci tengo a precisare che non siamo la stessa persona e che anzi sono abbastanza infastidito da alcune cose che dici ..

    ad esempio:
    300.000 mila persone possono essere escluse perchè sono poche?..a meno di obbligarle ad utilizzare una tecnologia specifica??… ma stai scherzando?

    A parte che non sono assolutamente pochi e che il numero è in costante aumento, (verdremo fra un paio d’anni quanti saranno) ma se anche diminuissero è un discorso assurdo in uno stato di diritto.

    Immagina un malato che va in ospedale a curarsi .. Ti aspetteresti che venisse curato in ogni caso.. perchè la Sanità è un servizio pubblico vero? Immagina invece che gli venga detto che lo cureranno solo se voterà un certo partito (puoi immaginarlo meglio se il partito è quello che tu non voteresti mai).. con la scusa di dover garantire i diritti di chi vende alcune medicine!

    Troveresti la cosa illogica ed ingiusta?

    Troveresti difficoltoso collegare la tutela di questi diritti con il partito da votare obbligatoriamente??

    Nel caso della Rai non mi pare sia in discussione la tutela di alcuni diritti ma il concetto che questi diritti possano essere garantiti solo obbligando gli utenti all’utilizzo di una particolare tecnologia, per di più proprietaria, per di più costosa e (pare) poco efficiente su computer datati o meno costosi.

    Sembra assurdo che nel 2010,con tutti le soluzioni tecnologiche disponibili, il meglio dei tecnici informatici che ci sono in circolazione (non credo che un tecnico venga assunto alla RAI senza averne le capacità) non trovino un modo di contemperare la tutela dei diritti con la possibilità di visione dei contenuti a TUTTI gli utenti a prescindere dalla piattaforma tecnologica utilizzata..

    Se c’è qualcosa da riconvertire e se costa un pò… bhè lo devono fare ugualmente perchè la priorità per un servizio pubblico a mio parere è assicurare a tutti l’accesso ad un pubblico servizio (come l’ospedale dell’esempio)…

    Ogni soluzione diversa fa nascere brutti sospetti che credo nuociano prima che agli utenti alla RAI stessa.

    @gianluca stazio ed andrea portante
    trovo apprezzabile il vostro intervento sul blog… forse qualcosa sta veramente cambiando.. continuate così!

  35. Ergonomicon says:

    Il vero problema è il diritto d’autore. Siamo in un mondo dove il diritto d’autore è già morto e i suoi sostenitori non se ne sono accorti o meglio se ne sono accorti e fanno finta di nulla. E’ una situazione simile a quella del tizio a cui gli è morto il nonno e per continuare a riscuotere la pensione lo ha messo in frigo sperando che nessuno se ne accorga, solo che fra un po’ il morto comincerà a puzzare. Il diritto d’autore è una formidabile arma non solo economica ma anche politica, basta vedere la vicenda Mediaset-Youtube e le varie leggi e leggine ammazza internet. Chi pensa che si tratti solo di una bega commerciale vive nel paese delle favole. Attraverso l’uso e la scusa del copyright si vogliono far passare i principi piu’ osceni. Il principio che la libertà di espressione e di parola è seconda agli interessi di stato o commerciali, il principio che l’informazione la possono dare solo gli “organi” preposti(non c’è molta differenza tra il lavoro di molti giornalisti, pardon operatori dell’informazione, in italia e quello di Winston Smith che in 1984 riscriveva le notizie giorno per giorno adattandole agli ordini del partito). Non è una questione di soldi cioè non solo di soldi ma anche di potere politico. Ricordate cosa succede al personaggio Howard Beale nel film Quinto potere, ad un certo punto il suo furore messianico fa imbestiale il proprietario della tv dove lavora il quale con altrettanto furore messianico lo convince ad andare in video e a diffondere il verbo delle multinazionali e nonostante lo show perda ascolti il proprietario vuole che Howard continui perchè deve “diffondere un messaggio molto importante”. Quinto potere è un film del 76 ma ci spiega come funziona ancora oggi il nostro mondo. Soldi e politica è il giano bifronte.

  36. luca says:

    scusate per il mio precedente post veramenente troppo lungo… ma mi sono fatto prendere la mano

  37. linuser says:

    Potevano usare dei cognomi più fantasiosi invece di Stazio(ne) e Portante ( a quanti MHz ??? ) lol

  38. Luca says:

    aspetto che qualcuno mi risponda sulla monetizzazione e i modelli di business ;)

    detto ciò, e per rispondere al mio omonimo, faccio presente che nello stato di diritto che citi vige il principio della rappresentanza: ovvero, più sei e più conti, altrimenti in parlamento ci dovrebbero essere tante sedie quanti cittadini ;)

  39. Luca says:

    PS: la sanità (in Italia) è un servizio pubblico, la Rai una SPA che ha un contratto di servizio con lo stato italiano

  40. Luca says:

    @flavio: nei contratti firmati da Rai ci sarà scritto che il video deve stare fisicamente inscatolato nel loro sito, è una roba che viene decisa dal detentore dei diritti e non da loro
    negli USA, terra liberista per eccellenza, si scannano per gli stessi motivi: ovvero gente che vuole vedere i flussi hulu e netflix sui set top box di propria scelta, ma chi li mette in pista ‘sti flussi non è d’accordo
    volete cambiare i contratti? non pigliatevela con i tecnici, appellatevi ai dirigenti e provate a sensibilizzare chi tiene i contenuti per il collo

    e, da qualche, qualcuno dovrà pure fare 2 soldi: non tanti, ma quanto basta a pagare la manovalanza e finanziare il prossimo show

  41. Flavio says:

    @Gianluca Stazio e Andrea Portante. Grazie mille per aver commentato qui! Anche io ho cercato di spiegare nel post che Rainet è, per così dire, fra incudine e martello. Non ha accesso a determinati diritti e quindi è costretta a comportarsi di conseguenza. Questo è chiaro per tutti, spero. D’altra parte, le persone che si sono dedicate al “reverse engineering” sono moltissime e sempre diverse. Sono spinte da vari tipi di motivazioni personali e non si può pensare di fermarle. Io stesso non so chi e quanti sono e dove comunicano. Sono una realtà che comunque esiste. Per essere più costruttivi, ecco una proposta:

    Fornire delle dirette “aperte” che includano solo i contenuti per cui ci sono diritti sufficienti. Ho notato che molti (come me) sono interessati ad AnnoZero, Report, ecc. Se soddisfate questi utenti, in pochissimi avranno voglia di fare il reverse engineering per vedere il resto. Inoltre alcuni produttori di contenuti potrebbero notare di essere stati esclusi e magari rivedere i termini dei contratti. Che ne pensate?

  42. rik says:

    @Luca

    > e, da qualche, qualcuno dovrà pure fare 2 soldi: non tanti, ma quanto basta a pagare la
    > manovalanza e finanziare il prossimo show

    Si, ma non col culasch degli altri.

    Quelli di RAI NET non prendano una lira di soldi pubblici, facciano gli imprenditori veri, coi propri soldi e non i nostri, li “rischino” e se va bene guadagnano, se va male fanno gli operai e campano con lo stipendio da operaio.

    Diversamente, rispettino il contratto di servizio stipulato con lo Stato – che siamo noi – e se non c’è un protocollo disponibile in grado di assolvere allo scopo, lo facciano loro: coi NOSTRI soldi.

  43. linuser says:

    @Luca Annunziata

    > ovvero, più sei e più conti, altrimenti in parlamento ci dovrebbero essere tante sedie quanti cittadini

    guarda che il principio di rappresentanza basato sulla maggioranza oggi è parecchio vicino al concetto espresso dall’azionista di maggioranza con il meccanismo delle scatole cinesi.

    Per capirci la maggioranza assoluta in Parlamento e al Senato di questo governo non è espressione diretta di un consenso del 70 , 80 o 90% dei votanti ma frutto di una legge elettorale che assegna un cospicuo premio di maggioranza alla coalizione/partito vincente.

    Il fatto che qui ci sia gente che usa linux o Mac e dissente dalle spiegazioni ricche di parole propinate da voi “gurus dei media” non significa automaticamente che tutti siano dei ca**ari scapigliati.

    E per quanto riguarda “i modelli di business e monetizzazione” sono concetti così stra-vecchi che se oggi all’atto pratico consentono a te e agli altri mediaroli di portare a casa la pagnotta e qualcosa di più , porteranno solo fame alle future generazioni.

  44. luca says:

    @Luca (annunziata)
    (giusto per distinguerci io mi firmo con la “l” minuscola se sei d’accordo)

    -se leggi il contratto di servizio da te citato noterai che la RAI deve assicurare la “neutralità tecnologica” .. secondo te lo sta facendo??
    – molto istruttive secondo me anche le “linee guida” a monte del contratto di servizio suddetto.. a loro volta improntate su principi di uguaglianza stabiliti a livello europeo (le trovi sul sito dell’autorità per la vigilanza delle comunicazioni) … NB interessanti le norme sulla tutela della concorrenza…

    Se quindi secondo te la RAI non eroga un servizio pubblico, a cosa si può assimilare la mission della RAI spa?

    NB i rappresentanti ovviamente vengono eletti a maggioranza (e tendono anche a soddisfare le esigenze del lettore mediano questo è comprensibile) ma in ogni caso sono tenuti a tutelare l’interesse dell’INTERO popolo italiano… ma che cosa c’entra la rappresentanza in parlamento con la visione dei contenuti RAI??

  45. linuser says:

    meglio precisare : ovviamente sarebbe la stessa cosa nel caso in cui al governo ci fosse l’altra coalizione … il punto è che comunque non ci sarebbe un divario così ampio tra maggioranza effettiva ed opposizione …

    come a dire che il meccanismo del premio serve ( o dovrebbe servire ) solo a garantire governabilità e a leggiferare per TUTTI gli Italiani.

  46. Ernesto says:

    Non ho un’antenna satellitare, ma mi hanno detto nei canali rai trasmessi da satellite alcuni programmi vengono oscurati – presumo quelli che per motivi contrattuali non possono essere diffusi, neanche per sbaglio, fuori dai confini nazionali.
    Io preferirei che gli stream fossero proprio così, in maniera da poter vedere i programmi informativi e culturali, e quelli di svago prodotti dalla rai con i soldi nostri, con qualunque sistema operativo e qualunque dispositivo. Rinunziare ai programmi gravati da contratti limitanti non mi pare una gran perdita. Potrebbero essere poi eventualmente gli sponsor pubblicitari a finanziarne lo streaming.

  47. Andrea Portante says:

    @ linuser

    mi spiace ma Portante è il cognome che ho preso da mio padre. Se vuoi mi trovi anche su Linkedin e Facebook qualora volessi verificare la mia esistenza in carne e ossa. Unica precisazione rispetto al ns post: nella (perfettibile) organizzazione che abbiamo, entrambi ci occupiamo di marketing per il web, io in RAI (Nuovi Media) e Gianluca Stazio in RAI Net.
    Ciao a tutti!

  48. L. B. says:

    Gia’ adesso, su Rai Due, la domenica sera ,dopo NCIS, la serie Castle viene bloccata ed lo streaming non e’ disponibile.
    Evidentenemte in Rai mentono sapendo di mentire. Sanno benissimo cosa possono trasmettere in streaming e come bloccare quello che non possono.

    p.s Nel malaugurato caso si debba per forza ricorrere alla tecnologia proprietaria sul sito Rai mi vieteranno di bloccare la pubblicita’ sul mio browser dichiarando illegale anche Adblock.Plus?

  49. Andrea Portante says:

    Oscurare lo streaming in modo selettivo è più semplice a dirsi che a farsi. Considerate che ci sono 14 canali in simulcast, con un palinsesto che cambia in modo imprevedibile (orari e programmi). Non è possibile farlo in automatico (anche perchè i “flussi” vengono da molte “fonti” di messa in onda diverse. Veramente impossibile ad oggi sia da un punto di vista dell’intervento on/off che della verifica diritti (se un palinsesto cambia all’ultimo minuto il programma che entra è libero o no? Non si riesce ad oggi a saperlo in tempo reale). Oggi siamo costretti ad oscurare (purtroppo) un i prodotti di un numero (per fortuna) molto ristretto di produttori. Con un po’ di lavoro e fatica si riesce a starci dietro. Se poi consideriamo l’estero, si raddoppia tutto (cose libere in italia ma oscurate all’estero).

  50. Andrea Portante says:

    @Ernesto Per l’estero stiamo cercando di fare qualcosa del genere, un “palinsesto” ridotto, ma ci sono le solite difficoltà e ci vorrà del tempo. Ma già adesso, anche dall’estero, programmi come Report Anno Zero e tanti altri su cui non si sono problemi di diritti li si può vedere poche ore dopo la messa in onda nella sezione VOD.

  51. L. B. says:

    @ Andrea Portante

    Quindi, dal suo punto di vista, e’ meglio oscurare definitivamente centinaia di migliaia di utenti che non intendono pagare il canone anche a Microsoft per vedere cio’ che gli spetta di diritto.

    Complimenti!
    Mi congratulo per la ‘neutralita’ tecnologica della sua azienda.

  52. Ml6 says:

    @Luca Annunziata.

    A qualcuno hai chiesto: “la paghi tu la conversione?”
    Se lo avessi chiesto a me ti avrei risposto di SI, la mia parte. Io pago il canone e pretendo di usufruire del servizio anche se faccio parte dell’1%. Quello che sta facendo la RAI dalle mie parti si chiama discriminazione.
    In alternativa vorrei che mi si esentasse dal pagamento della tassa.
    Anche quando dici:
    “…faccio presente che nello stato di diritto che citi vige il principio della rappresentanza: ovvero, più sei e più conti, altrimenti in parlamento ci dovrebbero essere tante sedie quanti cittadini.”
    Sbagliato, il parlamento è rappresentativo, tutti hanno gli stessi diritti e governare non vuol dire comandare ma amministrare per il bene di TUTTI, compreso l’1%, perchè anche quelli sono cittadini a pari diritti come a pari doveri.
    Quindo non ci sta proprio questa storia che la maggioranza deve ignorare le minoranze, fossero anche risicate come gli utenti di OS open source.
    Tornando invece alla prima questione sulla conversione. Questo potrebbe avere senso se si parla di “archivio” ma lo streaming in diretta ha bisogno semplicemente di un codec credo, o al limite di non continuare a impedire a questo 1% di usufruire di straforo di un servizio comunque pagato.

  53. Andrea Portante says:

    @L.B.
    a) io parlavo dell’oscuramento del palinsesto. Non del tema Sirverlight o altro.
    b) l’azienda non è mia

    @tutti please datemi del tu se no mi tocca darvi del lei, il che mi sembra ridicolo

  54. L.B. says:

    @Andrea Portante

    Allora complimenti alla NEUTRALITA’ tecnologica, dell’azienda per cui lavori.
    Che, a quanto si legge, oscurera il palinsesto delle dirette utilizzando tecnologia proprietaria M$ lasciando fuori della porta SOLAMENTE alcune centinaia di migliaia di ‘hacker’ che usano Linux a cui non va mai bene niente.

  55. gionnico says:

    @jack: beh non è che “greasemonkey” sia “supportare linux”.

    E’ vero che noi …. ci arrangiamo!

    Comunque lo script greasemonkey non c’è più, ma ce ne sono tanti altri nel tuo linguaggio preferito qui:

    http://www.forzazzurri.mine.nu/olrait (il progetto di sviluppo è su launchpad).

    E’ proprio vero: più si accaniscono contro di noi, più nascono iniziative, arrivano programmatori, persone a cui interessa la libertà e che i potenti non riusciranno mai a fermare ! :D

  56. Anonymous says:

    Cmq a parte linux non linux che interessa è chiaro…ma nn è l’argomento
    Non ci dimentichiamo che cmq il 90% purtroppo ad essere ottimisti nn lo usa…
    Io sono nel 90% che nn usa linux ma vuole vedere sul cellulare
    la diretta rai o cmq i contenuti non on line il fatto che abbiano scelto wmv come formato permetterebbe di vederli sul 99% dei nuovi smartphone (nokia s60v3 s60v5 htc wm6 wm5 droidi…) ma usando solo il sito rai per trasmetterli nessuno li vede più.

    Cmq anche i “fortunati” utenti m$ volessero scegliere di vedere i contenuti Rai in una finestra piccola e non in tutto il browser per dirne una non possono.

  57. gionnico says:

    Anche se non lo sai, linux è presente più di quanto credi nei dispositivi.

    Comunque jack ha parlato di linux, in realtà a me – come a te, e molti altri – interessa un sistema aperto.

    Uno stream diretto.

    Che naturalmente ogni sistema operativo / programma gestisce come preferisce.

  58. Ernesto says:

    @Andrea Portante:
    Allora questi contenuti prodotti dalla Rai e non protetti da contratti limitativi, si possono vedere senza particolari offuscamenti, con le tecnologie più aperte possibile e quindi con qualsiasi sistema operativo e dispositivo, giusto?

    Se mi rispondi di si, è già un notevole passo avanti.

    A questo punto, se è si, vi chiedo di rendere pubbliche le API per accedere agli archivi e connettersi agli stream, in maniera che ognuno si organizzi per come vuole e può, nello spirito della neutralità tecnologica, della crossmedialità (qualunque cosa sia) e di tutte quelle belle cose che si scrivono e che si dicono nei convegni.

    Attendo tuo commento.

  59. Andrea Portante says:

    @ernesto Non voglio dirti cazzate. Sento il collega e ti dico o ti risponde lui direttamente. Io come dicevo non sono un tecnico. Mi occupo di marketing e iniziative commerciali. Per oltre 15 anni mi sono occupato di vendita di diritti.

    Io ti ho risposto pensando tu fossi all’estero e volessi vedere i programmi oscurati dal simulast. Quei programmi in VOD non sono geobloccati (questo lo so), non hanno DRM (come dicevamo lo mettiamo solo dove siamo “costretti” da contratti di terzi), ma la questione del silverlight (e qui non so se dico una cazzata) rimane la stessa.

    Lunedì vedo se ti recupero una risposta. Ciao

  60. Rkb says:

    @ A. Portante

    Perdonami, però se dici che non sei un tecnico, poco sopra ti sei addentrato su questioni tecniche, quando hai parlato di oscuramento selettivo. E hai anche dato un giudizio di fattibilità non troppo rassicurante.

    A noi risulta fattibile, e che l’avete già fatto recentemente con raitre per le olimpiadi (appariva un avviso di “canale codificato”); e in passato col mondiale di formula 1: in questo caso, se non ricordo male, non avevate reso disponibile lo stream.

    Per quanto riguarda i diritti, se voi mettete su il DRM di Microsoft, di fatto garantite il rispetto dei diritti dei terzi sul contenuto, ma violate comunque il principio di neutralità tecnologica a cui siete vincolati per contratto. Su sistemi non Microsoft infatti sarebbe impossibile visualizzare il contenuto. E si tornerebbe dunque a bomba.

    Pertanto a rigor di logica e di norme giuridiche, qualora non foste in grado di contemperare i 2 interessi di cui sopra, non dovreste mettere in streaming l’evento.

  61. Luca says:

    @linuser: guru dei media? :D fico, nessuno mi aveva mai chiamato così (a 30 anni è un bel risultato direi :P)

    ti faccio presente che, come ho già detto, il sottoscritto rilascia il suo lavoro sotto licenza CC *da anni*, e che campa grazie unicamente alla raccolta pubblicitaria, pagando le tasse come chiunque altro
    se, a tuo giudizio, questo tipo di servizio – senza sottoscrizione, senza lucchetti, che dice quello che gli pare – non ha diritto a sopravvivere… insomma, cosa proponi? il socialismo reale? ;)

    quanto a chi mi chiedeva quale sia la mission di Rai Spa, mi aspetto che faccia la Spa: ovvero cerchi di tenere i bilanci in pareggio o o in attivo, in modo tale che il prossimo triennio possa fare più programmi più fichi
    tutte le altre chiacchiere, visto l’attuale assetto del sistema radiotelevisivo italiano, non hanno ragione di esistere: si può accettarlo o decidere di cambiarlo, ma per quest’ultima alternativa bisogna fare ben altro che bucare un paio di flussi video

    ah, il contratto di servizio (scaduto, la bozza del 2010-2012 non è ancora pubblica) parla di neutralità tecnologica subordinata al rispetto degli interessi terzi: ovvero, se chi detiene i diritti su un contenuto (in maniera marginale o maggioritaria) non vuole il web, Rai è tenuta e *autorizzata* a infischiarsene della neutralità e adottare tutte le accortezze e accorgimenti tecnici che ritenga necessari: altrimenti il detentore dei diritti ritira la licenza e la vende al concorrente, che in Italia mi pare abbia un approccio ancora meno “aperto” ai nuovi media ;)

    sia chiaro eh, qua nessuno parla di azzittire o limitare il dissenso di alcuno: ma c’è da risolvere un problema, e la soluzione non la si troverà a parole o impostando questioni di principio – il compromesso è alla base di tutto il vivere civile: credo che Rai Net stia seguendo una strada interessante, e francamente resto a guardare con interesse

    ciò detto, a mio avviso la vostra “rabbia” (nota le virgolette) è mal indirizzata: il problema non sono gli intermediari, ma i detentori dei diritti e le logiche di licenza che seguono sui contenuti – tentare di cambiare la tech di Rai Net (che ti hanno già detto mette a disposizione col VoD molte trasmissioni su cui detiene in maniera forte i diritti) non risolverà il problema

  62. @Portante:

    Mi fa piacere vederti qua a chiederci di darti del “tu”, perché da membro del marketing puoi fare quello che un tecnico o un legale non potrebbero fare: una bella pagina/sezione di rai.tv che spiega
    – quali tecnologie vengono utilizzate
    – perché (costi/benefici)
    – quali sono le prospettive per chi certe tecnologie non le ha
    – _quali_ produttori di contenuti (in particolare quelli importanti – che so io, Olimpiadi) vi hanno imposto _quali_ vincoli particolari (a meno che i contratti non prevedano esplicitamente la segretezza dei vincoli sul target – cosa che mi sembra assai improbabile, ma che nel caso menzionereste), o quali contenuti sono comunque troppo vecchi per essere mandati via streaming legalmente (cosa che non solo mi sembra assurda, ma falsa, dato che nelle licenze di un programma di 60 anni fa non ci può essere scritto “rai.tv sì, vlc no”)
    – qual’è la roadmap che la RAI ha per fare in modo che l’oscurazione selettiva (che certo non è una cosa banale, ci vorrebbe probabilmente che uno di quelli che finora si sono occupati di dll offuscate ci si metta a tempo pieno) permetta perlomeno di fruire delle produzioni RAI (OK, quelle per cui l’intervistato poi non ha detto “ci ripenso, bruciate il nastro)
    – che misure sta prendendo la RAI per fare in modo che i contratti futuri con i fornitori di contenuti prevedano più possibile la trasmissione via streaming (all’interno della nazione, eventualmente)

    Per quel che mi riguarda, se mi convincerete che la rai sta facendo quel che può per venire incontro al bisogno di trasparenza mi accontenterò e la mia attività di reverse engineering si vanificherà all’istante.

    Fino a quel momento, mi stupirò del fatto che della gente pagata per fare marketing web rai si incontri su blog non rai e in riunioni rai non pubbliche ma che sul sito web rai compaia solo un messaggino “è necessario installare il plugin silverlight”, che ad esempio ad un utente Chrome sa di presa per i fondelli.

  63. slacker says:

    Oh Annunziata, non costringerci a essere ripetitivi.

    La RAI, benché sia una SPA, non è un’azienda privata. Infatti non è mai stata privatizzata.

    Ed è concessionaria del SERVIZIO PUBBLICO radiotelevisivo. Prende soldi pubblici per questo e ha degli obblighi da rispettare.

    Non può fare dunque il ca…volo che vuole, opponendo accordi di natura privatistica per giustificare il suo operato.

    Il punto è che la RAI, quando stipula i contratti, dovrebbe tenere presente – e fare presente ai propri contraenti – che ha doveri anche nei confronti del “concedente”: cioè lo Stato, ovvero NOI. E tra questi obblighi c’è quello della neutralità tecnologica.

    I diritti dei terzi sono un capitolo del problema: l’altro – quello dei nostri diritti, in quanto cittadini contribuenti – rimane aperto. Ed è la ragione per cui siamo qui a discutere.

  64. Luca says:

    E io ti ho già detto che, come la metti la metti, se vuoi che Rai abbia i diritti per la trasmissione in chiaro delle olimpiadi anche su streaming, il CIO (e Sky in questo caso) impongono delle condizioni.
    Secondo il contratto stipulato da Rai con lo Stato italiano, Rai può e deve rispettare queste condizioni.
    Se non sei soddisfatto, rivolgiti al tuo parlamentare, organizza una protesta contro il CIO (e Sky), ma non riversare la tua “rabbia” su Rai che non c’entra nulla.

    Detto ciò, la riunione a cui abbiamo partecipato era pubblica: tanto è vero che c’erano degli invitati, e ci dovrebbe essere pure un video che finirà presto o tardi online…

  65. slacker says:

    @Annunziata

    Rabbia?

    Chi è che è riversa rabbia su chi/cosa?

    Parlamentare? Io ho un parlamentare personale?

    Non stai dicendo nulla. Ti ripeto: argomenta sul fatto che la RAI non è Medi@set, piuttosto che tirare fuori fesserie.

    Quello del CIO è un problema della RAI. A me l’azienda in questione deve garantire l’accesso ai contenuti come a te: punto. Perché prendono anche i MIEI soldi. E se non sono in grado di farlo, cambino mestiere, cambino tecnologia, rinuncino al CIO…trovino loro il modo. Son pagati per questo, non per fare marketing e basta, o per piallare tutti i programmi rai per proteggere gli interessi di un solo soggetto.

  66. Flavio says:

    @Luca e slacker

    >> Se non sei soddisfatto, rivolgiti al tuo parlamentare

    Se non sei soddisfatto, fai reverse engineering ;)

  67. “la riunione a cui abbiamo partecipato era pubblica: tanto è vero che c’erano degli invitati”… ci vediamo alla tua prossima festa di compleanno, allora…

    No, seriamente, se era pubblica davvero (nel senso di “rivolta al pubblico”) il marketing rai ha _grossi_ problemi.

  68. slacker says:

    @ Flavio

    >> Se non sei soddisfatto, fai reverse engineering

    :-D

  69. Flavio says:

    Bellissima anche questa di Pietro :D

    l’oscurazione selettiva (che certo non è una cosa banale, ci vorrebbe probabilmente che uno di quelli che finora si sono occupati di dll offuscate ci si metta a tempo pieno)

  70. TuxR says:

    Una cosa non è chiara di tutta la questione.

    Vi sottopongo questo ragionamento, peraltro banale, che credo abbiano fatto anche altri.

    Cercherò di essere il + breve possibile.

    RAI NET si accorge che qualcuno scrackerella la ddl di silver/moonlight.

    E inizia a preoccuparsi delle grigliate all’aperto a base di carne suina. Indaga, e scopre che sono alcuni coder, fanssss di Batman e Robin, che si ritrovano a casa del Pinguino.

    Ora, per quale diavolo di motivo dovrebbero andare dal CIO a dire che qualcuno gli ha bucato lo stream, allarmando detentori dei diritti e compagnia cantante in salsa DRM? Non se lo potevano tenere per loro?

    Sarebbe stato semplice semplice: “ah son ragazzi, vogliono solo partecipare anche loro alla festa”.

    Fine della storia.

    No dico, perché se qualcuno vuole realmente fare le cose in grande, non perde tempo a fare reverse: prende una banale scheda DDT per pc, la monta, attacca il cavo dell’antenna, e mette tutto in streaming sui circuiti P2P; e vai di olimpiadi ‘a gratis’ (= scrocco) per tutti, anche per gli amici residenti all’estero.

    Quindi il problema, posto nei termini in cui è stato messo da quelli di RAI NET, non torna del tutto. Siete sicuri che non ci sia altro dietro?

    Uhm… mumble … mumble….

  71. linuser says:

    @Luca Annunziata

    > guru dei media? :D fico, nessuno mi aveva mai chiamato così

    non hai notato le virgolette

    >ti faccio presente che, come ho già detto, il sottoscritto rilascia il suo lavoro sotto licenza CC *da anni*, e che campa grazie unicamente alla raccolta pubblicitaria

    è da tempo che non si riesce più a distinguere tra il “lavoro” distribuito sotto CC e i “quadrilateri lampeggianti” qua e là … e visto l’andazzo che è stato preso dalla RAI , credo ci sia posto anche per te …

  72. linuser says:

    @Luca Annunziata

    dimenticavo :

    > se, a tuo giudizio, questo tipo di servizio – senza sottoscrizione, senza lucchetti, che dice quello che gli pare – non ha diritto a sopravvivere… insomma, cosa proponi? il socialismo reale?

    sarà il tempo a proporre la soluzione , nè io , nè tu , nè nessun altro

  73. Anonymous says:

    Non mi piace l’atteggiamento poco costruttivo di alcuni che stanno sempre a distruggere… invece sono contento e sono convinto che la visione che da Luca Annunziata sia molto concrenta. Apprezzo anche la disponibilità di Andrea Portante.
    Vorrei sottolineare 3 cose:
    1) quello che dice il nostro amico TuxR riguardo la fatto che se uno vuole registrare le trasmissioni in diretta si prende una scheda DVB e nn usa lo stream della rai e questa è una certezza almeno di lamerate.

    2) sono uno degli anonimi colpevoli di aver aperto lo stream delle dirette Rai in questi mesi e sono disposto a fare un passo indietro nel momento della trasmissione delle paraolimpiadi o di tutti quegli eventi internazionali sportivi che creano questi problemi di diritti. Perchè corregetimi se sbaglio sono loro il ‘vero’ problema…visto che durante la olimpiadi erano tutti disperati a blindare lo streaming

    3) quello che m preoccupa non è la visione del canale rai su piattaforme obsolete o d una “nicchia ristretta” che usano linux ma di tutti quei possessori di smartphone windows mobile o non o nokia … che vorrebberero vedere i canali rai in diretta ogni tanto quando sono in giro per lavoro o cmq lontani da un pc!fino ad ogni il nostro lavoro la permesso m dispiacerebbe se nn potesse piu avvenire…

    spero qualkuno lassu risponda… buona domenica

  74. linuser says:

    forse ad alcuni sarà sfuggito , ma DRM non significa _solo_ proteggere i contenuti contro la violazione da diritti di distribuzione , ma anche la _naturale_ apertura ( visto che i DRM sono stati creati anche per questo ) alla distribuzione di contenuto a pagamento …. del resto sono stati i dirigenti stessi ad affermare che l’accoppiata canone + pubblicità già non basta.

    SpA è diverso da “società con logiche privatistiche” … il detentore delle azioni è lo Stato e il contratto di servizio non può ignorare le esigenze del suo azionista di maggioranza , compresa la questione della neutralità tecnologica.

    Privatizzare la RAI ? Bene , che lo facciano … ma dovranno rinunciare al canone perchè sarebbe considerato come un aiuto di Stato con tutte le conseguenze del caso e la rinucnia comunque non sarebbe presa molto bene nel sistema radio-televisivo perchè come già scritto da qualcun altro qui o nell’altro post , una parte dei proventi del canone possono essere usati come aiuti nel sistema radio-televisivo per tutti i broadcasters nazionali.

    il tono dei miei interventi sarà anche stato poco costruttivo , ma ( ancora e per fortuna ) quel che non sopporto sono le prese per il c**o …

  75. Anche io ero con Luca e Flavio all’incontro con RaiTv e penso che Anonymus abbia centrato il punto: il problema sono i detentori dei diritti, non tanto chi fornisce la diretta.

    Al convergiamo, i rappresentanti di RaiTv, hanno dichiarato di non essere ostili agli utenti Linux, anzi di comprendere le loro ragioni. Uno degli obiettivi dell’incontro era appunto spiegare le scelte fatte e i problemi con i quali si devono confrontare quotidianamente.

    Volevo poi rispondere @Tuxr

    Non è RaiTv a fare la spia, è il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) che dice “vi stanno bucando lo streaming: o fate qualcosa o chiudiamo tutto”. Mercoledì ci hanno raccontato come, alla chiusura delle ultimi Olimpiadi di Torino, il CIO si è accorto che le dirette trasmesse in rete da parte di Germania, UK, Francia e Italia, venivano ritrasmesse da altri blog: blocco immediato e le ultime due ore della cerimonia di chiusura non sono andate in onda…

  76. Ergonomicon says:

    Che poi esistono diversi esperimenti in rete di portali perfettamente in regola col copyright che trasmettono programmi anche di successo. Un nome, cruncyroll, che trasmette in accordo con gli stessi proprietari delle opere i cartoni animati giapponesi intervallati da spot pubblicitari. In realta le soluzioni esistono gia ma le major non ragionano solo in termini di buisness. Il monopolista in un sistema economico ha un grande problema, deve in ogni momento guardarsi le spalle come i leoni anziani che pur essendo i capi del branco se dimostrano anche un solo attimo di debolezza vengono fatti fuori. Quindi non ragionano solo in termini di soldi altrimenti il copyright cosi com e sarebbe morto e sepolto.

    P.S. mi scuso per la mancanza di accenti sulle vocali ma mi si e sconfigurata la tastiera e mentre scrivo ne approfitto per ricompilare kde4 ex novo XD

  77. L. B. says:

    @Pietro Tagliapietra
    Credo si debba fare un distinguo fondamentale.
    Un conto e’ il mirroring del segnale Rai attraverso portali non autorizzati, che vanno giustamente perseguiti, specialmente se a scopo di lucro, e bloccati al volo.

    Altra storia e’ impedirmi di vedere, sul mio PC, o telefonino o altro, a puro scopo personale lo streaming con il S.O. e player che ritengo migliori.

    Soprattutto se per vedere le dirette devo pagare canoni aggiuntivi al grande fratello Bill per via dell’uso di tecnologia proprietaria.
    E da questa discussione sembra sia proprio cio’ che la Rai sta progettando di mettere in opera.
    Che siano anche disposti, come abbonato Rai, a fornirmi una Licenza Gratuita per lo pseudo S.O. in grado di gestire il DRM?
    La U.E. dal primo marzo permette algli utenti che usano il S.O. di Gates di scegliersi il proprio browser per navigare in internet.
    Io non posso scegliere il mio player multimediale?
    Si attrezzino, dunque, per una risposta mirata e selettiva nei confronti di chi compie atti illegali come il mirroring non autorizzato, e non facciano di tutta l’erba un fascio.

  78. Francesco says:

    Ciao a tutti !
    A riferimento a quello che sta succedendo con questo dannato Silverlight, ho creato un gruppo su Facebook che serve a radunare tutte le persone stufe del Silverlight con lo scopo di cercare a tutti quelli che utilizzano questo sistema di non utilizzarlo più e di non farlo intrapendere da altri.
    È importante che ne siamo in tanti perchè potremo fare anche delle petizioni.
    Vi aspetto tutti
    http://www.facebook.com/group.php?gid=330630117513

  79. Anonymous says:

    @Luca ,Flavio , Slacker

    >> Se non sei soddisfatto, fai reverse engineering

    http://multimedia.cx/eggs/book-secrets-of-reverse-engineering/

  80. Andrea Portante says:

    Eccomi, riprendo velocemente qualche punto e mi scuso per la frettolosità.
    Premessa: sia a livello aziendale con l’iniziativa “convergiamo” sia a livello personale, l’obiettivo è dialogare e, nei limiti del possibile, spiegare le nostre posizioni. Non pretendo e non mi aspetto di convincere tutti o di spiegare tutto.

    Come giustamente evidenziato all’incontro e nei post precedenti un tema è Silverlight un’altro è la protezione dei contenuti. Sul primo credo si sia detto a sufficienza. Microsoft desta maggiori “reazioni allergiche” ma il problema non cambierebbe con altri strumenti.

    Sulla protezione dei contenuti distinguiamo i contenuti critici (es Olimpiadi, Major cinematorgrafiche particolarmente attente a queste cose) su cui i detentori impongono contrattualmente (e verificano puntualmente) la protezione al massimo livello. Su questo non abbiamo scelta pena (vedi cerimonia olimpica) l’oscuramento per tutto e per tutti.
    Sugli altri contenuti distinguiamo lo streaming ed il VOD. Per lo streming, salvo qualche lavoro manuale “per eccezione” è impossibile su 15 flussi video ed un palinsesto che cambia continuamente, gestire l’on/off per singoli contenuti sia a livello di geoblocking che di altro diverso trattamento. Per il VOD la cosa è tecnicamente ad un livello di complessità minore, ma comunque “pesante” considerando che esistono circa 300,000 “oggetti” multimediali online sui ns portali e d il flusso è di circa 5000 nuovi al mese. Inoltre, e qui so già che molti di voi non saranno d’accordo ma “such is life”, un minimo di “protezione” dobbiamo comunque metterla. Non ci si “accanisce” come con i contenuti critici e di fatto chi vuole “craccare” cracca, e non ci perdiamo il sonno, ma non possiamo lasciare tutto aperto del tutto.
    Come anche evidenziato in questa discussione, una cosa è l’uso “privato”, una cosa sono quelli che poi riassemblano e forniscono siti con tutti i segnali TV, cosa molto più problematica. Anche se alla fine in termini di utenza stiamo parlando di cifre “modeste”, a livello pubblicitario i clienti ci rompono le scatole (“ma come, io sponsorizzo X factor sul sito e poi me lo trovo sul sito X..”).
    Detto questo, ci sono passi che gradualmente si possono fare e, anche stimolati dai vostri input cercheremo di fare (es. permettere forme di “embedding” che tutelino comunque il ns segnale…e la pubblicità).
    Cambiando discorso: tema acquisizione diritti. Non siamo noi a negoziarli ma RAI centralmente. Abbiamo fatto presente più volte le esigenze della rete, e “ci incazziamo” come e peggio di voi quando ci viene comunicato che certi diritti non sono disponibili, ma mettendoci nei panni di chi negozia è anche comprensibile (a tutt’oggi) che il lato TV pesi a dismisura e alla fine, per chiudere certe negoziazioni, si sacrifichi il lato internet. Questo di norma per diverse valutazioni sul valore. Il produttore dice a RAI ad esempio”ok se vuoi internet mi dai 50,000 Euro” Rai ci dice a RAI Net la stessa cosa. RAI Net chiede a SIPRA (o calcola in base all’esperienza) quanto può ricavare da quei diritti e viene una cifra normalmente molto più bassa (considerate che i CPM pubblicitari in italia sono bassini). Quindi RAI chiude lasciando fuori o limitando tali diritti. In alcuni casi (alcune serie fiction, alcuni reality) noi prendiamo poi accordi separati con i produttori con forme di revenue sharing. Quello che dico è che in gruppi di queste dimensioni e complessità le cose non sono semplici e nessuno è “deliberatamente stupido”. Ognuno decide, a suo modo, razionalmente ma l’esito finale non è razionale o comunque non è ottimale. Ma il tema RAI è molto più generale e complesso, come sapete. Io sono in RAI dal 1999 e quello che vado ripetendo è che “da quando lavoro in RAI non mi incazzo più con il personale Alitalia”. Adesso devo scappare. Saluti a tutti.

  81. Rkb says:

    Bene bene, come volevasi dimostrare.

    Una discussione totalmente inutile a questo punto, per quanto mi riguarda.

    Andrea Portante dimostra – e mi scuso per le parole: ma, mio malgrado, ci stanno tutte – la tipica paraculaggine all’Italiana.

    Ci sta dicendo praticamente: “faremo come ci pare, e del resto ce ne fottiamo. Però vi vogliamo spiegare il perché”. E grazie diciamo noi: vi dobbiamo anche baciare il didietro per cotanta magnanimità?

    Non una parola sulla questione: “accesso ai contenuti in base ai principi di neutralità tecnologica”. Che Silverlight – e qui non c’entrano un tubo le allergie – non garantisce; ma solo strenua difesa dei detentori dei diritti, degli interessi dell’azienda per cui si lavora e, forse, di qualche altra.

    La battuta su Alitalia poi è la ciliegina sulla torta, per chi avesse ancora qualche dubbio.

    Buon proseguimento.

  82. L. B. says:

    @andrea Portante
    Non per fare polemiche, ma solo per chiarire, e’ PROPRIO Silverlight il nocciolo della questione.
    Nessuno, credo, metta in dubbio il diritto della RAI di mettere in streaming i contenuti del suo portale proteggendoli il base al contratto che i detentori dei diritti hanno imposto.
    Se questa e’ l’impostazione dei detentori dei diritti e la RAI intende sottostarci non e’ un mio problema.

    E’ un mio problema la piattaforma che viene usata per proteggere i contenuti.
    E se questo viene fatto con un mezzo che costa soldi alla RAI ed agli utenti che ne vogliono usufruire usando O.S. diversi da quello di Redmond ho il diritto di difendere i miei diritti.

    E’ come se la RAI, oltre che l’abbonamento alla TV mi chiedesse di comperare il decoder digitale di marca ‘Finestre’ perche’ altrimenti non vedo piu’ la tv.

    Lavoro da ‘alcuni anni’ nell’I.T., molti di piu’ di quanti Andrea Portante lavora nel marketing pubblicitario, e non mi risulta che Redmond possieda il verbo assoluto, e piu’ conveniente, quanto a piattaforme di distribuzione.
    Questi signori qui : http://www.brightcove.com/en/why-brightcove/our-customers
    tanto per non fare nomi, sono forse una gruppo di sprovveduti che regala streaming a destra e a manca?
    Non credo…. ma il loro broadcasting arriva su tutti gli O.S., anche i non allineati, in qualita’ paragonabile allo smooth streaming.

    E nessuno a questo punto vorrebbe piu’ spendere pomeriggi e serate solo per vedere in modo autarchico qualche streaming.

  83. Andrea Portante says:

    per chiarezza, dopo di che ognuno la pensi come gli pare:

    1) Non dico facciamo “come ci pare”. Dico che realisticamente, per n ragioni, possiamo trovare soluzioni ad alcuni problemi, possiamo reciprocamente convincerci di altre, ma ci saranno sempre questioni su cui la pensiamo diversamente.
    2) Sul tema Silverlight non entro più di qunao non sia indirettamente entrato perchè non sono un tecnico.

    Sono d’accordo che dopo un po’ i temi ritornano a loop e non c’è molto altro da aggiungere. Per quanto posso cerco di dare il mio contributo.

  84. Luca says:

    @linuser: certo che ho notato le virgolette, ma facevo dell'(auto)ironia – ne avrai sentito parlare*

    quanto alla soluzione, aspettiamo pure che ci piova nell’orto: secondo me, a meno che non ce la discutiamo e troviamo assieme, sarà qualcun altro a trovarla, e a quel punto ci sarà poco da recriminare se non ti (ci) va bene

    *: Il sarcasmo è una figura retorica usata per mostrare la presa in giro, la canzonatura o la burla di una persona, una situazione o una cosa. È spesso usato in maniera umoristica o ironica, e può essere sottolineato anche attraverso particolari intonazioni della voce per enfatizzare particolari parole o parti dell’affermazione.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Sarcasmo

  85. TuxR says:

    Eh no, caro Luca.

    La soluzione – non pienamente soddisfacente ma, tappandosi naso orecchie e occhi, comunque accettabile – è stata prospettata: ma l’amico di RAI NET sta rispondendo picche, al di là delle tanto sbandierate buone intenzioni.

  86. Luca says:

    Quella è la *vostra* soluzione.

    Diciamo che non si può fare.

    Cerchiamo un compromesso, no?

    Mi pare di capire che la risposta sia: no.

    Amen. Lo dico senza rancore. ;)

  87. TuxR says:

    No,

    e dimostri a questo punto di essere in totale malafede.

    Da parte loro infatti non è venuta alcuna contro-proposta.

  88. Nella mia diatriba mentale tra “Portante sembra una persona disponibile ed intelligente, perché non credergli?” e “Portante è pagato per intortarci, e sembra una persona intelligente, perché credergli?”, ribadisco che qualcosa che farebbe la differenza sarebbe che Rai o RaiNet dimostrasse di interessarsi della questione in modo ufficiale e trasparente, oltre che con le iniziative personali, pur apprezzabili, di un membro del marketing che volutamente (e forse giustamente, data la situazione informale) sorvola sui particolari tecnici e legali.

  89. Matthew says:

    Grazie di aver raccontato la mia storia, che sottolineo essere completamente vera. Purtroppo la risposta che RAINET mi ha fornito via mail è molto diversa da quella che hai avuto tu alla conferenza:

    RAI.NET

    al momento è necessario scaricare Silverlight/Moonlight per una corretta visione dei contenuti dei portali Rai. Stiamo comunque cercando di migliorare i nostri servizi in base alle informazioni ed alle richieste che ci pervengono dai nostri utenti.

    Rimaniamo a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.

    Cordiali saluti
    RaiNet

  90. Matthew says:

    mi correggo: “[..] la risposta che RAINET mi ha fornito via mail NON è molto diversa da quella [..]

  91. Anonymous says:

    Eppure mi risulta che a parte la cantilena sul silverlight , vlc sia molto usato in fase di produzione , post-produzione e gestione degli streams …

  92. Kowalsky says:

    Devo dire che sono d’accordo con Portante. Il dialogo su questo blog e’ entrato in loop.
    E’ un dilogo tra sordi. Tra chi cerca di capire le ragioni che impediscono alla RAI di utilizzare sistemi di distribuzione diversi da quelli M$ (Silverlight ed in futuro il DRM), e quelli che rispondendo a colpi di diritti di marketing (Portante, Annunziata) e glissano sulla parte I.T.
    Credo si debba affrontare la cosa con pragmatismo rendendosi conto che le possibilita’ di incontro, perlomeno tecnologiche, sono nulle.
    E cominciare a pensare alle soluzioni possibili.
    Ma magari ne riparliamo sul vecchio forum.

  93. Giulia says:

    Tecnicamente comunque preferisco i DRM di wmP 10,11 sono molto piu’ facili da craccare (poiche’ c’e’ una community molto piu’ grande che ci lavora infondo e’ una codifica aes e una one time play key), mentre lavorare alle classi offuscate C# e’ oggettivamente noioso all terzo o quarto cambiamento(di offuscatore)….

    Ci sara’ un perche tutti i sitemi di drm (apple,dvd,Blu ray disk ecc ecc) sono stati cracckati?
    O mettiamo la rai solo sulla PS3 o con tesserina chip card?

  94. Anonymous says:

    Big up for Giulia!

  95. Anonymous says:

    @Giulia

    I Windows Sysinternals Tools potrebbero esserti utili.

  96. Matthew says:

    Concordo sulla soluzione dei DRM, sarebbe una passeggiata anche per chi di mestiere non fa lo sviluppatore e a livello formale risolverebbe anche per la diattriba dei diritti d’autore.

  97. linuser says:

    Tanto per restare in tema : http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=138662

    E pensare che gli standard MPEG ( 1,2,4,7,21 ) sono stati concepiti , implementati e standardizzati nei telecomlabs di Torino salvo poi essere ceduti e brevettati al di fuori di Telecom e da società/entità estere ( per esempio mp3 – MPEG 1 Layer 3 – brevettato dal FraunhoVer Institute di Francoforte ) e che in assoluto , uno dei primi eventi sportivi trasmessi in digitale a livello mondiale – allora in scala molto ridotta e in via totalmente sperimentale – furono i mondiali di calcio Italia 90.

    RAI e Telecom hanno aperto la strada del digitale ( tutti i codec A/V loseless implementano le stesse idee presenti negli standard MPEG ) e adesso sono lì a rincorrere i giganti dei media costruiti su fondamenta made in RAI e Telecom volgarmente vendute per quattro soldi.

  98. Kowalsky says:

    @Giula, Matthew

    Scusate l’ignoranza in materia ma io e Windows ci parliamo poco e male.
    Se ho capito bene il DRM di M$ Mediaplayer o il PlayforSure voi lo ritenete facilmente aggirabile.
    Ma a giudicare da una googlata che ho fatto tutto questo movimento sembra fattibile con S.O. di Gates.
    Per Linux devo pernsare a qualche macchina virtuale con Mico XP dentro?
    Ho fatto prove con Wine ma niente funge.
    Qualche idea x Pinguini vari?

    grazie

  99. Anonymous says:

    La macchina virtuale con Xp è l’unica : googlando un po’ ho visto che mplayer può riprodurre i file A/V protetti con il DRM di Mico , a patto di estrarre la chiave dalla licenza con un’altra utility per Mico Finestra32 … ma questo metodo non funziona con le licenze one time play – usate nel livestream DRM di Mico – perchè oltretutto non vengono scaricate su disco. Quanto scritto da Giulia ( AES + one time play key ) è corretto e non è che abbia scoperchiato chissà quale vaso di Pandora : le informazioni tecniche sono pubbliche e disponibili ( http://msdn(dot)microsoft(dot)com/en-us/library/cc838192%28VS.95%29.aspx ) …

    Se installi anche i “Finestra” Sysinternals Tools, ci sono varie utilities per fare inspecting e dumping della memoria.

  100. Anonymous says:

    E’ quello che sospettavo. Un conto e’ un ‘UnDrm’ batch un altro e’ lo streaming.
    Ho rimediato un Finestre Hwnl minimale che dovrebbe essere funzionale allo scopo, giusto per vedere come funzionano le cose in casa altrui.

  101. gionnico says:

    Ma qualcuno che dalla sua macchina con Mico Finestre faccia redirect di tutte le richieste per gli stream?

    Tipo un serverino/gateway per i pinguini … ?

    La stò sparando, non sò se può funzionare.

  102. Kowalsky says:

    @gionnico: E’ proprio quello che stavo cercando di fare, Mico Finestre (adeguatamente ripulito, solo il kernel e poco altro) dentro Qemu.
    Ma come ho detto con le finestre ci parlo male …..
    Una ‘appliance’ vm che faccia da server locale alla fine forse mangia meno di un Moonlight nativo.
    Su una mia macchina Moon mangia il 36% di Cpu circa. Mplayer/Vlc 3-4% per uno streaming R**. Bisogna vedere quanto mangia un Qemu+Fineste e se conviene.

  103. Anonymous says:

    @Kowalsky

    La soluzione qemu+Finestre è più leggera di VirtualBox+Finestre ma che sia più leggera di Moon nativo ho i miei dubbi ( abbastanza fondati ) : fai conto che anche avendo un Mico Xp allegerito , devi sempre installare finestreMP , puntoNet , Silverca** e almeno un browser. Non la userei quindi come soluzione definitiva , ma come strumento per l’analisi di ‘sta stramin*****za di DRM.

    Tieni conto però che con VirtualBox c’è il supporto all’ibernazione della macchina : lo stato e la memoria della macchina vengono scaricati su un file del disco e con un editor esadecimale , TANTA …TANTISSIMA pazienza e un po’ di culo , magari si riesce a cavare qualcosa.

  104. Giulia says:

    Playready la nuova tecnologia di Microsoft sembra in grande la nostra rai.security.dll heheh loro la chimano individualizzazione ma non e’ niente che un pezzo di codice scritto ad hoc da microsoft per offuscare la gestione della richiesta key di decodifica!

    Comunque se rai e’ tanto affezionata al formato wmv utilizzera’ ancora i formato 10 e 11, purtroppo
    il crack dei drm microsoft e’ molto sviluppato ovviamente in ambiente microsoft, anche perche e’ li che si fa il reverse di WMP, come noi siamo costretti ad usare Reflector.NET e altri tool .NET nel nostro piccolo.

  105. linuser says:

    Perfetto …. anche per vedere raiperunanotte ci vuole silverca** …

  106. linuser says:

    Rettifico … c’è l’indirizzo dello stream riportato in basso …http://live.raiperunanotte.it/videolist_loop.asx

  107. gionnico says:

    Firefox *non* svilupperà sulla piattaforma win mobile 7.

    Perché non ci sono SDK e non si possono compilare applicazioni native.

    Avrebbero dovuto usare silverlight e .NET

  108. mitm says:

    approfitto per segnalare l’ultima versione dello script per greasemonkey

    Rai TV Player 2.5.4
    http://userscripts.org/scripts/show/61782

    la principale differenza rispetto alle versioni precedenti è che adesso la “generazione” del ttauth avviene lato client, senza appoggiarsi a servers di terze parti

    un saluto a tutti

  109. Giulia says:

    Non si potrebbe chiedere a quelli della rai che ci leggono che tolgano ttAuth e tutto il resto?
    Cosi torniamo come all’ inizio e io mi posso rimettere a lavorare al mio mosaico con VLC?
    Tanto siamo d’accordo che e’ strabypassabile !!!!!

  110. […] RAI per trasmettere in diretta alcuni programmi anche sulla Rete. Però, come spiega benissimo Flavio Tordini, ci sono diversi validi motivi per provare a vedere quei programmi anche con un browser che non […]

  111. non posso dirlo says:

    ciao non posso dire chi sono…ma so le cose da fonte diretta…

    RAINET mette silverlight perche’ il capo che ha deciso si e’ fatto…”abindolare”
    (dicamo cosi’) da quelli di microsoft e consulenti vari ecc.
    Anche i dipendenti non sopportano di aver messo questo software dai mille difetti e che ha l’unico risultato di far incavolare molti e riduce gli ascolti…visto che
    che vuole lo forza e chi invece e’ un utente tranquillo trova mille problemi…
    tipico e’ che il suo hardware e’ inadatto ecc.
    Se chiedeste la classica domanda…a chi giova usare questo silverlight avete la risposta non alla RAI e a RAINET, non agli utenti….e chi?

    …..marketta forse ????…..

  112. non posso dirlo says:

    ….scusate ma aggoingo che avendo fatto l’accordo con youtube e questo si deve principalmente ad un gruppo di interni e al A.D. (Gaffuri) che appena arrivato ha voluto avere questo accordo…bene… questo vi dovrebbe far capire che una parte della azienda avrebbe ben volentieri messo i video come youtube senza silverlight….
    ma come nelle migliori famiglie c’e’ una parte che invece a fatto altro….adesso toglierlo….magari…. fate sentire la voce degli utenti scrivendo proprio all’A.D.
    che magari con la vostra spinta fa’ fare la modifica…visto che ambienti vicini a lui dicono che anche lui non e’ proprio convinto di continuare ad usarlo….

    ….a presto….viva il servizio pubblico libero e fruibile…viva la rete e la liberta’ di stampa e di notizie e di connessione per tutti…..

  113. non posso dirlo says:

    ….rispondiamo poi a nowartools, mesaggio del 20 marzo…

    non tutti itecnici di rainet sono una m….come dici tu….alcuni non lo sono
    ma hanno perso la battaglia….e gli altri che lo sono …hanno deciso di mettere
    silverlight e cosi…adesso voi pensate che tutti…lo sono….

    …credimi hanno sofferto di questo anche loro…che lavorano e poi devono subire le decisioni…errate di altri….che si credono sto. ..c…zo

    mah…. non disperiamo…andiamo avanti…

  114. Manolo says:

    Grande!

    Grazie!

    Viva la libertà, viva il software libero!

  115. […] per consentire la visione dei canali in streaming solo attraverso il portale Rai.tv. I motivi sono vari e non pienamente condivisibili (almeno secondo me). Fortunatamente, grazie a questo gruppo di hacker paladini della libertà (che […]

  116. […] storia senza fine quella degli utenti GNU/Linux e il portale RAI, una cosa che va avanti da anni (LINK), ma questa volta il blocco ha generato 2 soluzioni e qui mi vien da ridere perché ho un […]